FITNESS Spinning
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Spinning a cosa serve

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Lo spinning nasce da un’idea di Jonathan Goldberg, atleta di origini sudafricane trasferitosi in California in cerca di successo. La sua grandissima volontà d’animo, modulata e forgiata nel tempo dalla tenacia e perseveranza che metteva nelle sue attività lavorative, portarono questo atleta a divenire rapidamente uno dei più ambiti personal trainer della capitale californiana dopo un trascorso da istruttore di fitness. La costante ricerca di perfezionamento fisico dell’atleta sfociò immancabilmente nella competizione agonistica più feroce, altissima forma di stimolo per Goldberg, da cui però ne uscì perennemente vincitore, con gare estreme su terreni malagevoli, salite e discese impervie. Gli innumerevoli e ripetuti successi in queste competizioni, furono per lui fattore di crescita fisica e personale tanto che decise di prendere parte alla più alacre competizione esistente: la Race Cross America.

Tale competizione, ritenuta addirittura più estenuante dell’iron man di triathlon, consisteva nella traversata coast to coast degli Stati Uniti, in sella ad una bicicletta, per un totale di circa 5000 km mettendo a dura prova le facoltà mentali e fisiche dell’atleta costretto a sopportare anche escursioni termiche consistenti durante l’arco della giornata.

L’esito finale vide l’atleta costretto a ritirarsi a causa della fortissima sofferenza fisica, cui venne incontro, e nei mesi successivi l’amara sconfitta, Goldberg ebbe modo di confrontarsi con se stesso sulle ragioni che spinsero il suo fisico a non reggere più la fatica.

La risposta al problema venne fuori dopo diverso tempo: anche se il corpo era stato allenato quantitativamente e qualitativamente bene, la sopportazione mentale era venuta meno per far fronte a questo incredibile sforzo. Simulò allora le medesime condizioni della gara in sella ad una bicicletta stazionaria, montata nel garage di casa sua con accompagnamento musicale e luce soffusa, ripercorrendo visivamente le tappe della gara e rivivendo intrinsecamente le incommensurabili fatiche cui era andato incontro. Con la nuova bicicletta, simile a quella out door utilizzata nella gare esterne, ebbe modo di riprepararsi e implementare le sue condizioni fisiche ed organiche anche grazie al controllo mentale appresso dalle tecniche orientali, raggiungendo perfezionamento completo sotto tutti i profili possibili. Si ripresentò un anno dopo alla competizione e si impose contro tutti i pronostici stracciando i precedenti record e mantenendo il suo primato imbattuto ancora oggi. Dalla fulminante vittoria Goldberg ne uscì entusiasta al punto che cominciò a proporre quel tipo di allenamento anche ai suoi amici e parenti. Cavalcando l’entusiasmo diffuso del funzionamento del suo progetto, nel 1994 fondò insieme a Jhon Baldhuin la società Mad Dogg Athletic, depositaria dei marchi e brevetti Spinning Spinner. La commercializzazione delle biciclette ebbe inizio nel gennaio ’95 e, a disdetta di quanto si possa pensare, la prima vendita venne effettuata in Germania. La nuova tendenza spinning fece la sua prima comparsa in Italia, a Rimini, alla fiera California, nel giugno dello stesso anno.

L’attività di spinning viene osservata per un minimo di 3 volte a settimana per ottenere benefici da quest’ultima. I movimenti ciclici e ripetuti, oltre a lubrificare le articolazioni della gamba, servono a dare continuità al flusso ematico e ad innalzare la soglia di massimo consumo di ossigeno. In una lezione si bruciano mediamente 550 calorie, si apporta una carica di endorfine alla mente e si scarica lo stress lavorativo conseguente alla giornata trascorsa. Il cambio di marcia e di intensità, gestito dagli istruttori, permette al praticante di migliorarsi sulla coordinazione neuro-muscolare, incentrando l’attività sulla tonificazione gambe e braccia. La frequenza cardiaca oscilla sempre tra il 60 ed il 70 % della Fcmax (frequenza cardiaca massima) e si possono riconoscere cinque tipi di posizioni fondamentali in questa disciplina: il “Seat and Fleat”, il “Seated Climbing”, lo “Standing Flat”, lo “Standing Climbing” ed il “Jumping”.

La prima tecnica è la posizione base per qualsiasi intensità, seduti con le braccia flesse e le mani ad un passo di 10 cm che impugnano il manubrio. Per la seconda, si impugna il manubrio e si mantiene il bacino in posizione leggermente arretrata. Lo “Standing Flat”  prevede l’appoggio con i piedi sui pedali e i glutei che sfiorano la sella. Per la quarta, come suggerisce il nome, il corpo è proteso in avanti quasi a simulare una scalata. Ultimo, ma non per importanza, il “Jumping” è caratterizzato dal sollevamento continuo del busto.

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