Fisioterapia

TRATTAMENTO DELLA SCOLIOSI

Trattamento della scoliosi

12 APRILE 2020

Trattamento della scoliosi


La scoliosi è una deformità strutturale, permanente e tridimensionale della colonna vertebrale: si manifesta con una lateroflessione, un'alterazione delle curve fisiologiche e una rotazione dei corpi vertebrali (componente più dannosa rappresentata dal gibbo o comunemente ‘gobba’), causando alterazioni estetiche e funzionali.

Colpisce prevalentemente il genere femminile. È idiopatica nel 70%-80% dei casi insorgendo senza una causa apparente e il rimanente 20%-30% è rappresentato dalle scoliosi congenite (malformazioni vertebrali e toraciche) e secondarie (postpoliomielitiche, neuromuscolari, associate a sindromi endocrine e metaboliche).

Le scoliosi idiopatiche possono essere classificate secondo la localizzazione iniziale della deformità in scoliosi cervicotoraciche, toraciche, lombari, toracolombari e a doppia curva e secondo l’età di insorgenza in scoliosi infantili (prima dei tre anni), giovanili (dai tre anni alla pubertà), adolescenziali (tra la pubertà e la maturità ossea; 80% dei casi) e dell'adulto e anziano (spesso su base di fratture e cedimenti da trauma o osteoporosi).

Un’anamnesi eseguita correttamente può fornire dati importanti per l’inquadramento del soggetto. L’esame clinico della colonna vertebrale viene condotto in ortostatismo valutando i seguenti segni:

• ricerca del gibbo: si fa eseguire al soggetto una lenta flessione della colonna a ginocchia estese per valutare l’eventuale presenza del gibbo e la sua entità (test di Adams);

• strapiombo del busto rispetto al bacino: in condizione normale il filo a piombo posizionato a livello della settima vertebra cervicale dovrebbe cadere nella linea interglutea;

• asimmetria dei ‘triangoli della taglia’ tra le braccia e la vita;

• slivellamento delle spalle e del bacino;

• inclinazione della postura da un lato;

• rigidità del rachide.

L’entità della deviazione scoliotica viene espressa in gradi con l’angolo di Cobb che si ottiene dall’intersezione di due linee rette tracciate passanti per la prima e ultima vertebra colpite da scoliosi con le rispettive perpendicolari.

La prognosi della scoliosi dipende da diversi fattori quali la maturazione scheletrica, l’età, il menarca, la sede, la rotazione e l’entità della curva in gradi. Prima insorge la scoliosi e peggiore è la prognosi.

Per misurare la maturazione scheletrica si utilizza il metodo di Risser che permette di stabilire il grado di sviluppo osseo valutando l’ossificazione delle creste iliache.

L’obiettivo della riabilitazione consiste nel prevenire e/o correggere la progressione della/e curva/e, migliorare il controllo neuromotorio corporeo e l’estetica contenendo i danni funzionali organici (apparato cardio-respiratorio).

Il trattamento è perlopiù conservativo e la propensione per l’una e/o l'altra scelta terapeutica dipende dalla condizione del soggetto.

Il trattamento deve procedere ‘a scalini’:

• semplice osservazione a intervalli regolari (10° Cobb): si consiglia di svolgere attività sportiva (sport di carico non ad alto livello), si suggeriscono posizioni corrette e si correggono eventuali alterazioni dei recettori posturali (piedi, occhi, denti);

• trattamento fisioterapico (< 20° Cobb): agisce sul recupero delle curve fisiologiche lavorando sulla propriocezione e sulle reazioni di equilibrio, dando stabilità alla colonna, attivando la funzione cardio-respiratoria, favorendo l'aumento della massa ossea e sviluppando un'immagine positiva del corpo. Tra i più conosciuti metodi di trattamento ricordiamo Mézières, RPG (Rieducazione Ginnastica Posturale), SEAS (Scientific Exercise Approach to Scoliosis) e Schroth;

• correzione con corsetti ortopedici (> 20° Cobb): i corsetti correggono le deformità, mantengono la correzione e contrastano l'aggravamento per evoluzione spontanea; vengono usati fino al termine della maturazione ossea e rimossi gradualmente. I più usati sono il corsetto Lionese, Cheneau, Lapadula, Milwaukee e Boston. La loro applicazione viene preceduta, accompagnata e seguita da trattamento fisioterapico a scopo mobilizzante per rendere la colonna vertebrale più modellabile;

• correzione chirurgica (> 60° Cobb): consiste nella fusione delle vertebre della curva stabilizzando la deformità con eventuale utilizzo di barre metalliche estensibili e sacrificando, di conseguenza, la mobilità di quel tratto. Anche in questo caso il trattamento fisioterapico è importante in tutte le fasi, a partire da quella preoperatoria.



Francesca Pellò, Dott.ssa in Fisioterapia