Yoga

LO YOGA TERAPEUTICO, biomeccanica e fisiologia dell’allungamento

07 FEBBRAIO 2020

LO YOGA TERAPEUTICO,  biomeccanica e fisiologia dell’allungamento

“Il segreto sta nel bilanciare tutte le energie in ogni parte del tuo corpo.”

La frase sopra riportata sottende alla comprensione di come i processi biomeccanici e le interazioni inter ed intra anatomiche siano una delle chiavi per bilanciare le forze e le energie attraverso il corpo. Le biomeccaniche del corpo sono sotto il controllo della mente conscia ed il cervello controlla i muscoli dello scheletro che muovono ossa ed articolazioni indicando ai muscoli se debbano contrarsi o rilasciarsi muovendo il corpo nelle posizioni dello yoga.
La millenaria concezione dello Ying e dello Yang regola una delle più importanti leggi della biomeccanica muscoloscheletrica: più grande è la mobilità, minore è la stabilità (e viceversa).

L’allungamento può quindi definirsi come allontanamento dell’origine di un muscolo dal suo stesso inserimento, azione che può essere eseguita o tenendo ferma l’origine e spostando il suo inserimento o tenendo fermo l’inserimento ed allontanando l’origine. Per fare in modo che nel muscolo cambino tensione e lunghezza occorre l’ausilio di particolari recettori posti tra le articolazioni ed i muscoli in maniera tale che, mandando un segnale al sistema nervoso centrale (snc), rispondente nella regolazione dello stato di contrazione dei muscoli, si agisca a sua volta sulla capacità di movimento di una determinata articolazione.

Il raggruppamento di recettori e i loro corrispondenti archi riflessi connettono così il sistema muscoloscheletrico al sistema nervoso centrale ed i tre più importanti archi riflessi si possono enunciare in: muscolo fusiforme, inibizione reciproca ed organo tendineo del Golgi.
Il recettore di allungamento del muscolo fusiforme è una cellula muscolare modificata posta nel ventre di tutti i muscoli scheletrici che percepisce i cambiamenti in lunghezza e tensione nel muscolo. In sostanza quando un muscolo si allunga, il fusiforme manda un segnale al midollo spinale che a sua volta avverte il muscolo di contrarsi e resistere all’allungamento facendo si che il muscolo sia protetto dall’eccesso di allungamento.
Il fenomeno dell’inibizione reciproca trova consensi invece nel rilassamento dei muscoli di un lato per permettere la contrazione di quelli del lato opposto (agonista/antagonista). Si può consapevolmente accentuare questo arco riflesso per approfondirlo e migliorare le posizioni dello yoga.

Ultimo ma non per importanza, l’organo tendineo del Golgi, recettore sensoriale posto alla giunzione del muscolo e del tendine, percepisce le variazioni di tensione e, quando questi aumenta, segnala al muscolo di rilassarsi. Una delle tecniche maggiormente usate soprattutto da fisioterapisti ed allenatori sportivi è il PNF (facilitazione muscolare propriocettiva) ove si va a contrarre momentaneamente un muscolo che si sta allungando per stimolare l’organo tendineo del Golgi al fine di segnalare al muscolo di rilassarsi. Tale processo crea un allentamento nel muscolo che si può quindi utilizzare per incrementare la capacità d’allungamento. In termini scientifici quanto poc’anzi detto assume il nome di “risposta al rilassamento” e può aiutare a dissolvere blocchi e migliorare le posizioni nello yoga. 

Il rilassamento può quindi essere così ricercato attraverso numerose tecniche che la letteratura scientifica riserva ma si deve sempre tenere conto che corpo e mente vanno intesi come un unico insieme. Pur essendoci soffermati sui benefici che l’allungamento muscolare offre se praticato con minuziosità, altresì è utile ricordare di come la respirazione controllata sia un aspetto fondamentale nello yoga. Un respiro fluido, gli occhi chiusi, i muscoli rilassati e le preoccupazioni che scivolano giù come acqua sulla roccia nuda… 

Ma di questo si avrà modo di approfondire in un altro momento.

Dott. Gabriele Costa