Yoga

Chakra e risveglio della “kundalini”

07 FEBBRAIO 2020

Chakra e risveglio della “kundalini”

Quante volte sarà capitato di sentire questa parola? Quante volte ci si è domandati di che cosa si trattasse? La risposta va ricercata, in senso astrofisico, nell’impercettibile relazione che ognuno di noi ha con gli altri: come puntini animati che viaggiano alla velocità della luce, emanando colori dello spettro, sonanti con particolari frequenze, sì, nella misura medesima, quanto facciamo noi non risulta diverso. La connessione che si crea, con gli altri, con il cosmo, con la natura, è data da una combinazione di colori che a sua volta forma auree avvolgenti, formalmente invisibili ma sostanzialmente percettibili. 

Vi sono sette chakra basici e numerosi chakra minori sparsi nel nostro corpo, le cui posizioni corrispondono a punti corporei dove i nervi si connettono e l’attività elettrica passante per la serie di canali (Nadis), delle autostrade energetiche, è alta. 

La principale funzione cui assolvono questi sottilissimi punti energetici, è quella di assorbire l’energia universale, metabolizzarla e alimentare gli aspetti dell’essere umano per irradiare energia verso l’esterno. 

Essendo il chakra parte del nostro corpo sottile, albergo della nostra parte emozionale, vi è un’energia aggrovigliata su se stessa come un serpente, il “Kundalini”, in grado di donare all’uomo la piena realizzazione. Tramite lo Hatha Yoga, disciplina che insegna a dominare l’energia cosmica presente nell’uomo, i chakra rappresentano le tappe che il “Kundalini” attraversa durante il suo percorso di ascesa. Tale risveglio si riferisce così allo sblocco del fluire dell’energia attraverso e lungo i chakra e questo processo si può vedere subitamente tramite il contatto con il maestro, che sia esterno o interiore, al fine di destare dal sonno il potenziale della consapevolezza del discepolo. Solitamente il risveglio può avvenire in tre diverse modalità: mediante il tocco, lo sguardo o unicamente la presenza del maestro. Per riassumere il concetto, si ricorre ad un termine in sanscrito, Saktipata, da “sakti”, “energia”, “potere” e “pat”, “andare”, “scorrere”, tale da manifestare la trasmissione di energia psico-spirituale per il risveglio sopra detto. 

I riferimenti alla “Kundalini” si possono trovare principalmente in molte tradizioni yogiche e tantriche, nel buddismo, nel taoismo ed in tanti altri enti, richiamando costantemente alla memoria lo srotolamento del serpente in risposta ad eventi della vita. Al suo risveglio vi è un innesco di fenomeni e cambiamenti in grado di modificare l’assetto fisico, psicologico e spirituale del “risvegliato”, come per esempio vibrazioni inaspettate degli arti, visioni momentanee,  miraggi e destabilizzazione. Per tale motivo, si consiglia di risvegliare la “Kundalini” nel modo più corretto e senza fretta avendo cura di rimanere nello stato mentale più esente da turbamento possibile.

Si può dunque evincere di come i chakra siano i punti di intersezione dei piani emotivo-intellettivo-ormonali del nostro organismo: ognuno di questi livelli d’energia vitale si esplica con un corpo specifico, tra cui, quello fisico, rimane sotto la percezione sensoriale comune a tutti.  Secondariamente, il corpo mentale, è un corpo non fisico, sottilissimo, che rimane sotto   la capacità di sensitività, sotto forma di “aura”. Le persone in grado di cogliere questa percezione, asseriscono di riuscire a toccare l’energia o se lo colgono visivamente si manifesta come una esile luminescenza che avvolge il corpo. 

A seguito di studi di ricercatori recenti, è emerso come il chakra abbia strettissima correlazione con i macrosistemi del corpo umano e più nel dettaglio, di come i plessi nervosi del coccige siano regolati dallo stesso; in secondo luogo, le funzioni digestive, intestinali, cardiocircolatorie, neurormonali, dei tessuti e via discorrendo.

Risulta chiaro il fluire dei vari tipi di energia vitale tra le varie dimensioni, sebbene, per una, talvolta, inosservata informazione relativa a questo mondo, certi aspetti un po' più “esoterici” rimangono tutt’oggi inesplorati.

Dott. Gabriele Costa