Yoga

Le posizioni dello yoga: il cane a testa in giù

Il cane a testa in giù

23 APRILE 2020

Il cane a testa in giù



Lo yoga annovera diverse posizioni nel suo vocabolario, per via della sua semplice versatilità e praticità.
Una tra tutte, che gode di una buonissima fama, è l’ “Adho Mukha Svasana”, il cd. “Cane a testa in giù”.

Nella sua lingua d’origine, il sanscrito, la lingua indeuropea stabilitasi in India a partire dal secolo X a.C., la posizione del cane a testa in giù viene letta a sua volta nella maniera che segue: “Adho”, “diretto verso il basso”, “Mukha”, “faccia” e “Svana”, “cane”, per andare a comporre, appunto, la posizione oggetto della trattazione.

La presente posizione si compone di movimenti semplici e facilmente eseguibili.

Primo tra tutti, una volta steso il tappetino a terra, si appoggiano le ginocchia sotto il livello delle anche e si portano le mani leggermente più avanti rispetto alle spalle. Una maggiore apertura palmare permetterà una migliore stabilità nell’esecuzione del gesto e, di concerto, l’appoggio delle punte dei piedi al suolo avvalorerà il tutto.
Di seguito, si espira e si portano i glutei verso l’alto, dopo aver sollevato le ginocchia, tenendo conto che inizialmente si possono lasciare i talloni sospesi dal suolo.
Da qui, la regione delle cosce viene portata all’indietro e si allungano i talloni verso terra fino a farli poggiare al tappetino.
Una volta eseguito si sistemano le ginocchia in asse facendo molta attenzione a non iperestendere l’articolazione. Il passo successivo consiste nel raddrizzare le braccia e premere con i palmi delle mani verso terra, aprire le spalle, allontanarle dalle orecchie e avvicinare le scapole mantenendo pur sempre la schiena ben dritta.
Da qui, la testa si posiziona tra le braccia in linea perfetta con la colonna vertebrale.

La posizione finale si raggiunge così ed il suo mantenimento deve essere preservato, previa respirazione normale per tutta la durata del gesto, fino a quando si riesce a conservare l’equilibrio tra sforzo e rilassamento.
Per poter tornare alla posizione di partenza, occorre semplicemente espirare, piegare le ginocchia e appoggiarle al suolo.

La presente posizione è tra le più diffuse nel mondo dello yoga poiché è versatile, facilmente esperibile e soprattutto molto rilassante (come gran parte delle figure).
A questo, si aggiunge un elevato grado di beneficio sistemico, dettato dall’allungamento, localizzato soprattutto sulla colonna vertebrale, sul soleo, sul tendine d ‘Achille, sui tendini delle gambe e sulla catena ischio-crurale.

Pur essendo una figura d’allungamento, la posizione del cane a testa in giù corrobora braccia, gambe, spalle, rilassa il collo, migliora la percezione dell’insieme dei muscoli addominali che compongono il core, allevia i dolori alla schiena, il mal di testa, l’insonnia, la stanchezza e contribuisce a prevenire l’osteoporosi.

La suddetta, fa parte degli asana che compongono il “Saluto al sole” ed è una figura eminentemente di transizione, dolce ed armoniosa, che permette il passaggio dalla posizione seduta a quella in piedi.

Del fantastico mondo dello yoga, si conoscono i dettami per poter eseguire al meglio senza incappare in infortuni spiacevoli le figure, ma la vera essenza delle arti figurative risiede nel profondo della figure stesse, abili a rendere, se si può passare il termine, la suggestione dei nomi che le figurano in concrete forme di benessere.. Efficaci. Leggere. Praticabili.



Dott. Costa Gabriele