Nutrizione

L’EFFETTO DEL CIBO SUL NOSTRO CERVELLO

EFFETTI DEL CIBO SUL CERVELLO articolo nutrizione

01 APRILE 2020

L’effetto dei cibi che mangiamo sul nostro cervello



Tra tutti gli organi sui quali il cibo che mangiamo ogni giorno produce degli effetti, sicuramente il cervello è quello a cui pensiamo per ultimo – o a cui proprio non pensiamo. Questo è un grosso errore poiché gli effetti sul nostro cervello derivanti dai cibi che consumiamo sono di grande importanza e assolutamente non irrilevanti.

Immaginando di “disidratare il cervello” privandolo di tutti i suoi liquidi per poi suddividerlo nei tre principali nutrienti, proteine lipidi e carboidrati, che lo compongono, scopriremmo che la maggior parte del peso del nostro cervello proviene dai grassi e la restante piccola parte da proteine, amminoacidi, micronutrienti e glucosio: ognuna di queste componenti ha un preciso impatto sul funzionamento della nostra materia grigia, sul suo sviluppo, ma anche sul nostro umore e la nostra energia.

Andiamo più nello specifico per quanto riguarda i grassi che compongono il nostro cervello. Tra tutti gli acidi grassi che lo compongono, i più portanti in assoluto sono gli omega 3 e gli omega 6, acidi grassi essenziali esclusivamente derivanti dalla nostra dieta e utili nella prevenzione di malattie mentali degenerative.
Questi omega 3 e 6 sono contenuti in alimenti come semi, pesci grassi e noci, ed è proprio il consumo di questi importanti alimenti ad avere un ruolo determinante nella creazione e nel mantenimento delle membrane cellulari.
Ma non tutti i grassi sono amici del nostro cervello, infatti un consumo elevato e costante di acidi grassi saturi e insaturi può compromettere la salute del nostro cervello

Ora tiriamo in causa le proteine e gli amminoacidi che compongono il nostro cervello. La funzione di questi nutrienti nel nostro corpo è quella di contribuire alla crescita e allo sviluppo dei diversi tessuti del nostro organismo, ma sul nostro cervello hanno un effetto diverso e molto curioso: essi alterano il modo in cui ci sentiamo e ci comportiamo.
Questo perché gli amminoacidi contengono i precursori dei neurotrasmettitori, ovvero quelle molecole che devono ancora subire una, o più, trasformazioni biochimiche per poi entrare in gioco come neurotrasmettitori veri e propri.
I neurotrasmettitori sono come dei “messaggeri chimici” che trasportano i segnali tra i diversi neuroni, influenzando cose come l’umore, il ciclo sonno-veglia, l’attenzione e, ahimè, anche il nostro peso: sono proprio questi piccoli messaggeri che ci fanno sentire calmi dopo un bel piatto di pasta o più vigli e attivi dopo un pasto ricco di proteine.

Le complesse combinazioni tra i diversi composti all’interno dei cibi che consumiamo stimolano le nostre cellule cerebrali al rilascio di norepinefrina, dopamina e serotonina, che causano alterazioni dell’umore. Questo rilascio non è però così immediato e semplice, poiché penetrare nelle cellule cerebrali è molto difficile e gli amminoacidi devono competere tra di loro per via dell’accesso limitato al nostro cervello.

Importantissima per avere una combinazione bilanciata di questi messaggeri cerebrali è la nostra dieta, la quale deve essere il più possibile equilibrata varia per evitare temporanei sbalzi d’umore dovuti ai processi che abbiamo appena illustrato.

È arrivato il turno dei micronutrienti.
Conosciamo molto bene gli effetti benefici di questi nutrienti su tutti gli altri organi del nostro corpo, e anche il nostro amato cervello trae beneficio da un regolare apporto di micronutrienti. Ad esempio gli antiossidanti, che introduciamo nel nostro corpo con il consumo di frutta e verdura, aiutano a combattere i radicali liberi, causa della distruzione delle cellule cerebrali, e consentono l cervello di lavorare meglio e più a lungo.
Altri importanti micronutrienti, senza i quali in nostro cervello sarebbe più sensibile a malattie e declino, sono la vitamina B6, la vitamina B12 e l’acido folico.
Altre tracce di minerali come ferro, rame, zinco e sodio, sono fondamentali per la salute del nostro cervello e per i primi sviluppi cognitivi in età pediatrica.

Questi preziosi nutrienti, però, devono essere trasformati e sintetizzati in maniera efficace: è al nostro cervello che spetta questo compito, e per svolgerlo al meglio ha bisogno di molto carburante.

Il cervello umano costituisce soltanto il 2% del peso totale del nostro corpo, però arriva a consumare fino al 20% delle nostre risorse energetiche: queste risorse vengono dai carboidrati, che il nostro corpo trasforma in glucosio, o zucchero, nel sangue.
Supponiamo adesso un apporto regolare di glucosio: come influiscono sul cervello i vari tipi di carboidrati che consumiamo con la dieta? Piccolo ripasso: amidi, zuccheri e fibre sono i “tre tipi” di carboidrati che siamo soliti prendere in considerazione. Il fatto che i carboidrati totali di un determinato alimento siano costituiti in maggior parte dagli zuccheri oppure dalle fibre, influenza di molto le risposte del nostro corpo e del nostro cervello.

Prendendo in esame cibi molto glicemici, come il pane bianco, essi causano un rapido rilascio di glucosio nel sangue, seguito da un altrettanto rapido calo di esso: la glicemia scende portandosi con se la nostra soglia di attenzione e il nostro umore.
Al contrario, invece, cibi come l’avena, i cereali e i legumi, essendo ricchi in fibre rilasciano glucosio più lentamente consentendo un livello di attenzione molto più stabile e senza sbalzi di ogni tipo, umore compreso.

In conclusione, per dare una maggiore carica al nostro cervello è molto importante seguire una dieta varia: quando parliamo di alimentazione, le nostre scelte hanno un impatto diretto e a lungo termine sull’organo più importante e potente di tutto il nostro corpo.



Dott. Riccardo Alfieri