Nutrizione

L’EFFETTO DEGLI ZUCCHERI SUL NOSTRO CERVELLO

Gli effetti degli zuccheri sul nostro cervello

07 APRILE 2020

Gli effetti degli zuccheri sul nostro cervello



La maggior parte di noi non riesce sempre a resistere ai dolci, ai gelati, ad una manciata di biscotti, ad una fetta (o anche più) della torta della nonna, ad un buon tiramisù alla fine di un pasto al ristorante e molti altri cibi che potremmo elencare per ore. Nel momento in cui veniamo investiti da un violento attacco di fame, nervosa o meno, la nostra scelta ricadrà molto spesso su di un cibo “dolce”, soprattutto se l’alternativa consiste in qualche galletta di riso.

Ma perché accade ciò? Perché alcuni di noi sono quasi dipendenti dai cibi dolci, dagli zuccheri? Co l’articolo di oggi proveremo a dare una risposta scientifica a questa domanda, parlando di come agiscono gli zuccheri soprattutto sul nostro cervello, ma anche sul nostro corpo in generale.

Partiamo da un breve ripasso: “zuccheri” è il termine il generico per indicare una classe di molecole chiamata “carboidrati”, i quali comprendono glucosio, fruttosio, saccarosio, maltosio, lattosio, destrosio e amido. Queste molecole sono contenute in una vastissima gamma di cibi, bevande e altri prodotti costituenti la nostra alimentazione: lo zucchero non è contenuto solamente nei cibi che definiamo “dolci”, ma è anche presente in alimenti come lo yogurt, la frutta secca, la salsa di pomodoro e molti altri.

Ora entriamo nel vivo del nostro argomento!

Quando lo zucchero contenuto negli alimenti che consumiamo entra a contatto con le papille gustative della nostra lingua attiva dei recettori specifici per il gusto dolce, i quali mandano un segnale al tronco cerebrale. Questo segnale viene poi inoltrato in altre aree dell’encefalo tra cui la corteccia cerebrale: diverse zone della corteccia in questione si occupano di elaborare differenti gusti.

Una volta che il segnale che chiameremo “gusto dolce” raggiunge la sua area nella corteccia attiva il sistema di ricompensa cerebrale. Questo sistema consiste in una serie di percorsi chimici ed elettrici che avvengono tra le varie regioni del cervello; è un sistema molto complesso, che però può essere riassunto nella risposta ad un’unica subconscia domanda: “devo farlo di nuovo?”. È proprio questo sistema che ci impedisce a dire no ad una seconda porzione (o terza, quarta..) del dolce che tanto ci piace, nonostante tutta la nostra buona volontà: è il sistema dire di sì. Tutte le reazioni del sistema di ricompensa cerebrale sono innescate anche da altri fenomeni, oltre che dallo zucchero: le droghe, il sesso, la socializzazione e molto altro.

Ma cosa succede se stimoliamo eccessivamente il sistema di ricompensa? Ciò che ne risulta non è affatto piacevo, poiché parliamo di perdita del controllo, desiderio incontrollabile di, in questo caso, zuccheri e una maggiore tolleranza agli stessi.

Facciamo un passo indietro. I recettori per il “gusto dolce” non sono presenti solo nella corteccia cerebrale. Anche il nostro intestino ne ospita e lo zucchero, arrivando in esso, li stimola e spedisce al cervello l’informazione che gli comunica che siamo sazi, oppure lo sprona ad ordinare al pancreas di secernere più inulina per far fronte al discreto quantitativo di zucchero che stiamo assumendo.

Alla base del sistema di ricompensa vi è la dopamina, un neurotrasmettitore. Nel nostro cervello sono presenti molti recettori per questa importante sostanza chimica, che però non sono uniformemente distribuiti sulla superficie: alcune zone sono dense di questi recettori e proprio loro fanno parte del nostro sistema di ricompensa. Cocaina, bevande alcolica, nicotina: tutte stimolano la produzione di dopamina oltre ogni limite, portando i soggetti che ne fanno uso ad una continua ricerca di quella sensazione rendendoli, così, dipendenti. Lo zucchero può benissimo rientrare in questa classe di “prodotti” che stimolano la produzione di nicotina oltre i livelli normali, ma ovviamente in modo decisamente minore rispetto alle sostanze sopra riportate.

Ora vediamo cosa succede al nostro cervello quando proviamo a disintossicarci dagli zuccheri in eccesso e decidiamo di mangiare in modo sano ed equilibrato. Subito dopo il primo pasto i livelli di dopamina nelle zone ricche di recettori per questa sostanza diminuiscono. Consumando sempre gli stessi alimenti, se pur equilibrati, ogni giorno, i livelli di dopamina diminuiranno sempre di più fino a stabilizzarsi. Questo avviene perché il nostro cervello entrando a contatto con il cibo si sviluppa in modo tale da diventare più reattivo alla stimolazione da parte di cibi, e gusti, nuovi e diversi per due importanti motivi: per individuare quei cibi nocivi per il nostro corpo e per spingerci ad avere una dieta più varia così da evitare qualsivoglia deficit di nutrienti indispensabili per la nostra salute e il nostro sostentamento. È proprio per questo nobile motivo che il nostro cervello fa si che i livelli di dopamina vengono abbassati nel momento in cui la nostra dieta diventa monotona, così da indirizzarci verso cibi nuovi e di più tipologie.

All’opposto di quanto appena detto, quando consumiamo un piatto ricco di zuccheri la curva che indica i livelli di dopamina si comporta in modo differente. Se assumiamo raramente o in piccole quantità alla volta, l’effetto sui livelli di dopamina sarà simile a quello dato da un piatto equilibrato. Se invece ne consumiamo una grande quantità, i livelli di dopamina non si stabilizzano e continueremo a sentirci “gratificati” a causa dell’effetto della dopamina. È proprio in questo modo che lo zucchero si comporta come una droga e quasi rende dipendenti dai cibi zuccherini.

Per concludere, ogni tipo zucchero è differente ed unico, ma un qualsiasi tipo una volta ingerito innesca un effetto domino nel cervello scatenando una sensazione di ricompensa: se ne mangiamo troppo in un’unica porzione o troppo spesso, questo sistema può spingersi oltre i limiti e generare effetti di dipendenza nel nostro cervello.

Ma come disse Paracelso “non esiste niente che non sia veleno, solo la dose fa si che non lo sia”

Riccardo Alfieri