Functional training

EQUILIBRIO, ALLENARE LA PROPRIOCEZIONE

Equilibrio, allenare la propriocezione

22 MAGGIO 2020

Equilibrio, allenare la propriocezione



La propriocezione (comunemente chiamata cinestesia) è la capacità di “sentire” ovvero percepire la posizione del proprio corpo, o di parti di esso in riferimento alle posizioni che assume nello spazio e lo stato di contrazione muscolare.

I propriocettori sono microscopici organelli che hanno la funzione di inviare al sistema nervoso centrale (SNC) feedback di natura sensoriale provenienti da tutto il corpo, nello specifico da muscoli, tendini, legamenti e articolazioni. Sono in parte responsabili della nostra capacità di rimanere in equilibrio malgrado perturbazioni esterne, modificando in continuo la nostra posizione nello spazio.

Essi si distinguono in:
• Fuso neuromuscolare: misura la variazione di lunghezza, il grado di tensione di un muscolo nel tempo, ossia la velocità di contrazione muscolare. Favorisce la contrazione, dunque l’accorciamento di un muscolo quando solleviamo un carico.
Se invece, per via di una contrazione il tessuto muscolare si accorcia riducendo la sua lunghezza, i fusi neuromuscolari presenti arrestano gli stimoli sensoriali favorendo il rilassamento del muscolo stesso. I fusi sono dunque sensibili sia allo stiramento fasico (velocità di variazione del la lunghezza del muscolo), sia allo stiramento tonico (lunghezza massima raggiungibile).

• Organo tendineo del Golgi (GTO): sono propriocettori incapsulati nelle fibre tendinee, situati nel punto di giunzione tra muscolo e tendine.
Si tratta di organi tendinei sensibili allo stiramento (variazione di tensione generalmente maggiore rispetto ai fusi neuromuscolari) che inibiscono la contrazione dunque la funzionalità, preservando da infortuni e da situazioni che potrebbero danneggiare le strutture tendinee. Utilizzati come meccanismo di difesa.

• Corpuscolo di Ruffini: recettore epidermico specializzato nella sensibilità termica al calore.
Si tratta di recettori a lento adattamento, ossia trasmettono informazioni per tutta la durata del tempo in cui vengono stimolati. Essi non hanno unicamente la proprietà di percepire i contatti diretti sul tessuto tegumentario, ma di avvertire anche tutti gli stiramenti che si verificano per il movimento delle articolazioni.

• Corpuscolo di Pacini: recettore di tipo epidermico specializzato negli stimoli di natura pressoria, presenti nel tessuto sottocutaneo, hanno sensibilità molto elevata per la deformazione della cute, soprattutto se derivata da movimenti.

• Nocicettori: recettori sensoriali degli stimoli dolorifici.
Questi neuroni inviano segnali di dolore a tutte le parti del corpo, cute, muscoli, articolazioni, tendini ecc.. Per rispondere ai vari stimoli sensoriali derivati dall’ambiente esterno, gli apparati sensoriali e motori del sistema nervoso devono funzionare in modo sinergico, rispettando una scaletta: uno stimolo sensoriale viene percepito dai recettori sensoriali; l’impulso sensoriale è trasmesso lungo il neurone sensitivo al SNC; il SNC interpreta l’informazione e decide come rispondere ad essa; il segnale di risposta viene trasmesso lungo i motoneuroni; infine l’impulso viene trasmesso al muscolo effettore e trasformato in azione. Ecco come funzionano questi componenti sensoriali.

Normalmente non ci rendiamo conto del grande ruolo che questi organi svolgono, poiché è necessaria una grande sensibilità al fine di percepire la dislocazione dei segmenti corporei e il loro movimento.
La propriocezione assume tuttavia importanza rilevante nel controllo della locomozione poiché consente attraverso uno specifico allenamento, di migliorare la sensibilità, la stabilità, l’equilibrio e di prevenire infortuni invalidanti quali distorsioni, elongazioni, cadute o precarietà nel movimento.

Le categorie di soggetti che maggiormente si trovano a dover allenare questa capacità, o dovrebbero farlo per uno stile di vita migliore, sono gli sportivi (situazioni di pre e post infortunio) e soggetti over 65. L’allenamento dei propriocettori in questo caso evita una ricaduta in infortuni su articolazioni o muscoli già deboli, inoltre, favorendo un aumentato equilibrio, previene da incidenti domestici talvolta molto rischiosi.

Uno degli errori più comuni è quello di allenare l’“equilibrio” utilizzando strumenti definiti destabilizzatori, come ad esempio tavolette propriocettive o cuscinetti ad aria, senza prima testare le capacità di base dell’individuo. Risulta infatti necessario avere una buona sensibilità, da cui deriva la stabilità, sia su base bipodalica sia monopodalica, prima di migliorare il proprio equilibrio.
Al fine di potenziare i propri sensi a percepire i movimenti del corpo, consigliamo di allenarsi scalzi, per favorire maggiore sensibilità. Utilizzare ambienti scarsamente illuminati, sfavorendo il senso della vista, che migliora drasticamente il senso di stabilità. Effettuare movimenti alternando braccia-gambe, creando disequilibrio e destabilizzazione tra i due arti. Creare perturbazioni del proprio centro di massa dalla posizione assunta dal copro in appoggio monopodalico, con utilizzo di oggetti (palline/pesi/movimenti di allungamento).
Una volta riusciti a padroneggiare con efficacia tutti questi semplici esercizi, sarà possibile introdurre strumenti che ridurranno l’equilibrio, modificando l’assetto corporeo assunto.

Allenare il corpo in ogni sua dimensione è la chiave per il successo, per il benessere e per una vita più lunga!





Dott. Taricco Marco