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L’IMMERSIONE IN ACQUA: GLI EFFETTI FISIOLOGICI

L’IMMERSIONE IN ACQUA: GLI EFFETTI FISIOLOGICI

20 MAGGIO 2020

L'immersione in acqua: gli effetti fisiologici



Ci siamo mai domandati del perché per l’essere umano l’immersione in acqua sia così naturale? O meglio, perché lo è sino ad una certa età?

Basti pensare che lo sviluppo fetale avviene in ambiente liquido e che tale traccia permanga nel neonato il quale, immerso in acqua ad una temperatura piacevole, riesce ad alternare periodi di nuoto sotto la superficie coincidenti con periodi di emersione del capo.

Le immersioni parziali del corpo in ambiente acquoso determinano una sostanziale modificazione del processo di ritorno del sangue venoso verso i vasi intratoracici ed il cuore destro; difatti, se ci si immerge lasciando fuori solo il capo, il gradiente pressorio (grandezza fisica che descrive in quale direzione e con quale velocità si ha la massima variazione di pressione in un dato luogo) transdiaframmatico, essenziale sul ritorno venoso, muta da un valore vicino allo 0 a 10,64 mmHg ca. Ed ancora; l’impulso all’incremento dell’afflusso ematico nei distretti intratoracici è caratterizzato dalla diminuzione del “pooling” di sangue nei vasi venosi periferici, determinato dall’elevata densità del mezzo in cui l’organismo è immerso, da cui è permessa l’assimilazione dell’immersione in acqua ad uno stato di assenza di gravità. Da questo ne consegue naturalmente un notevole incremento del volume del sangue intratoracico; si è visto, dopo ripetuti test ed analisi, che conseguentemente all’immersione in acqua vi è il cosiddetto “blood-shift”, responsabile dell’ampliamento della cavità cardiaca dx e delle variazioni neurologiche ed endocrine dimostrate post immersione.

È singolare pensare che anche la sola immersione del volto, a temperature più basse della neutra, determini il richiamo del riflesso da immersione, meglio noto come “diving reflex”.
La risposta cardiorespiratoria determinata dalla situazione presente, consiste in apnea, bradicardia, riduzione della portata cardiaca, vasocostrizione ed aumento della PA.
Da ciò ne consegue direttamente che la temperatura dell’acqua influenzi fortemente i battiti cardiaci; il livello di bradicardia è più marcato per bassi livelli di temperatura.

Le relazioni e interrelazioni tra uomo e ambiente devono essere rispettate per non cascare irrimediabilmente in spiacevoli eventi che possano compromettere l’organismo umano.
Primo fra tutti, la diversa densità dell’acqua rispetto l’aria. L’ambiente di immersione, stranamente denso, permette solo movimenti lenti ed idrodinamici.

A seguire una breve lista delle variazioni necessarie da riadattare per convivere serenamente con l’ambiente acquatico:

• Gli occhi, a contatto con l’acqua, perdono la capacità di mettere a fuoco gli oggetti;

• L’acqua assorbe la luce e questo creerà nel nostro spettro cromatico, una particolare prevalenza della tonalità del blu;

• I movimenti repentini recano svantaggio poiché frenano la capacità di penetrazione nel fluido e provocano affaticamento;

• In acqua il suono si propaga quattro volte più veloce rispetto l’aria e per questo motivo, per effetto della velocità con cui si propagano i suoni, si perde la capacità di individuazione della direzione da cui provengono;

Ma Il fattore temperatura, già sopracitato, non è altresì da escludere: rispetto all’ambiente aereo, l’acqua ha una capacità maggiore nella dispersione del calore ( da qui il consiglio spassionato nell’indossare le mute).
Più specificatamente, quando ci si immerge violentemente in un liquido a basse temperature, si può incorrere nel cosiddetto shock termico il quale, in risposta, riduce drasticamente la risposta della muscolatura volontaria.
In una scala delle temperature (approssimativamente) la riduzione 1-2° gradi centigradi, a partire dai 36-37 della temperatura corporea interna normale, portano ai seguenti effetti in linea ascensionale di pericolosità: brividi, confusione mentale, cessazione di brividi, rigidità muscolare, sonnolenza, incoscienza, perdita di riflessi, assenza del polso radiale, morte apparente, morte.

Per quanto l’acqua sia nostra amica da millenni, avendoci visto crescere come figli, è sempre bene ricordare che l’accortezza e la prevenzione salvano da qualsiasi cosa.

“Il mare non ha né sentimenti né pietà.” (Anton Čechov)



 

Dott. Gabriele Costa